Il fenomeno della Space Economy

Premessa

Lo Spazio, negli ultimi anni, si è sempre più affermato come una risorsa fondamentale per il monitoraggio della Terra, per le telecomunicazioni e per i servizi di geo-localizzazione.Lo Spazio, negli ultimi anni, si è sempre più affermato come una risorsa fondamentale per il monitoraggio della Terra, per le telecomunicazioni e per i servizi di geo-localizzazione.I servizi satellitari ed i dati da essi generati (osserva-zione o posizionamento) diventano asset che, se uniti alle potenzialità dell’economia digitale, sono in grado di anticipare i bisogni della nostra società: le tecnologie e le innovazioni spaziali influenzano sempre di più e positivamente la nostra vita.

Un settore in crescita?

Bank of America prevede che il mercato raggiunga la soglia di 1.4 bilioni di dollari entro il 2030. Un altro dei colossi americani di Wall Street, Morgan Stanley, stima che l'industria spaziale globale potrebbe generare entrate per 500 miliardi di dollari entro il 2030 e oltre 1 bilione di dollari nel 2040, rispetto ai 350 miliardi attuali. Morgan Stanley si aspetta che la banda larga satellitare, rappresenterà il 50% della crescita prevista dell'economia spaziale globale entro il 2040 e fino al 70% nello scenario più rialzista. Il lancio di satelliti che offrono servizi Internet a banda larga aiuterà a ridurre il costo dei dati, proprio mentre la domanda di questi sta esplodendo.

Il pubblico resiste, ma il privato è alle porte

La corsa allo spazio è ancora oggi finanziata sostanzialmente dai governi. Le risorse dell’industria privata sono tuttavia in rapida ascesa, società come SpaceX, Blue Origin e Virgin Galactic, guidate rispetti-vamente dai miliardari Elon Musk, Jeff Bezos e Richard Branson, iniziano ad affermarsi sulla scena mondiale della commercializzazione spaziale. I nuovi contratti firmati dalla NASA con la società aero-spaziale, SpaceX, prevedono il trasporto di esseri umani e rifornimenti verso la stazione spaziale interna-zionale. Il trend positivo non risulta essere un’esclusiva dei big player del settore anzi, il dato più sorprendente riguarda l’impennata di investimenti sul fronte delle Start-Up.La corsa allo spazio è ancora oggi finanziata sostanzialmente dai governi. Le risorse dell’industria privata sono tuttavia in rapida ascesa, società come SpaceX, Blue Origin e Virgin Galactic, guidate rispetti-vamente dai miliardari Elon Musk, Jeff Bezos e Richard Branson, iniziano ad affermarsi sulla scena mondiale della commercializzazione spaziale. I nuovi contratti firmati dalla NASA con la società aero-spaziale, SpaceX, prevedono il trasporto di esseri umani e rifornimenti verso la stazione spaziale interna-zionale. Il trend positivo non risulta essere un’esclusiva dei big player del settore anzi, il dato più sorprendente riguarda l’impennata di investimenti sul fronte delle Start-Up.Secondo la società di analisi spaziali BryceTech, le Start-Up hanno raccolto nel 2019 $5.7 miliardi, di cui la categoria più grande di investimenti spaziali risulta essere di venture capital con circa $4 miliardi, segnan-do una crescita del 34% rispetto al 2018. Nel 2020 si è raggiunta la quota investita totale di $7 miliardi, il doppio rispetto a solo due anni prima.

Europa e Asia?

Europa e Asia?Europa e Asia?Sentiamo frequentemente notizie di imprese spaziali compiute da società private dall’altra parte dell’oceano Atlantico, ma la realtà è ben diversa. Il dominio del commercio spaziale è senza alcun dubbio anche uno degli obiettivi primari da raggiungere per le nazioni più ricche del globo. Da quanto emerge dal “China’s Space Program: a 2021 Perspective”, la Russia e la Cina stanno investendo in modo consistente nel settore aerospaziale.Da quanto emerge dal “China’s Space Program: a 2021 Perspective”, la Russia e la Cina stanno investendo in modo consistente nel settore aerospaziale. L’investimento prevede la costituzione di una stazione spaziale cinese completamente autonoma in orbita e un programma di studio focalizzato sull’analisi della possibilità di un allunaggio con esseri umani con successiva colonizzazione parziale del suolo lunare, installando hub autosufficienti. L’Europa non rimane certo a guardare, infatti a fare da traino al programma spaziale europeo vediamo tre principali potenze: Italia, Germania e Francia. Gli investimenti dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea) vertono intorno alla costituzione di una rete europea di internet satellitare, costruzione di vettori spaziali e uno studio sulla creazione di unità abitative autonome sulla Luna e Marte.

L'Italia nello spazio

Circa 600 imprese italiane sono attive nell’Industria dello spazio, con il 70% del business nell’export e ricavi pari a € 2,23 Mld annui (2018). Il settore spaziale in Italia è molto ampio, include 7 mila addetti e grazie all’indotto creato il settore origina quattro nuovi posti di lavoro per ogni impiego generato nell’industria spaziale.Circa 600 imprese italiane sono attive nell’Industria dello spazio, con il 70% del business nell’export e ricavi pari a € 2,23 Mld annui (2018). Il settore spaziale in Italia è molto ampio, include 7 mila addetti e grazie all’indotto creato il settore origina quattro nuovi posti di lavoro per ogni impiego generato nell’industria spaziale.L’Italia ha una lunga storia nell’ambito della Space Economy: oltre a essere stato il terzo Paese al mondo a lanciare in orbita un satellite, è uno dei membri fondatori dell’ESA e ad oggi è la sesta potenza spaziale a vantare l’intera filiera che porta allo spazio. Eccellenze industriali come Leonardo, Thales Alenia Space e Avio sono protagoniste mondiali nella ricerca e progettazione del settore. Una notizia del 27 gennaio riporta che la startup italiana D-Orbit (specializzata in logistica spaziale) è pronta a quotarsi a Wall Street tramite la fusione con la SPAC Breeze Holdings.D-Orbit approderà sul Nasdaq con una valutazione prevista di 1,3 miliardi di dollari. Di recente, la società ha emesso un prestito obbligazionario da 100 milioni che sarà convertito in azioni una volta completata la fusione. Tra i principali soci figura anche Neva First (il fondo della società di Venture Capital del Gruppo Intesa Sanpaolo) con il 10,7%.

Conclusione

È passato quasi mezzo secolo da quando gli esseri umani hanno lasciato impronte sulla luna e durante quel periodo, l'esplorazione spaziale umana si è in gran parte incentrata su missioni con equipaggio nell'orbita terrestre bassa e sull'esplorazione scientifica senza equipaggio. Ma ora, alti livelli di finanziamento privato, progressi tecnologici e crescente interesse del settore pubblico, rinnovano l'appello a guardare verso le stelle. La direzione è chiara: seconda stella a destra, questo è il cammino.

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