“The Suits”: Cosa sono gli Hedge Funds e che ruolo hanno

Introduzione

Si sente spesso parlare di Hedge Funds: dalla famigerata operazione di vendita allo scoperto della lira da parte di George Soros e il suo fondo, la quale portò al crollo della valuta e di conseguenza anche ad una recessione per l’economia italiana, alla più recente “guerra” tra i potenti investitori di Wall Street e i retail investors, i quali hanno volutamente creato un terremoto finanziario rianimando titoli ormai dati per morti come GameStop e BlackBerry, con il solo scopo di opporsi ai fondi che da sempre “controllano” i mercati.

Ma cos'è di preciso un Hedge Fund?

Un Hedge Fund non è altro che un fondo d’investimento il quale mira a realizzare un rendimento assoluto positivo, indipendentemente dall’andamento momentaneo dei mercati finanziari in cui investono, tramite la diversificazione degli investimenti e il contenimento della volatilità a livelli bassi. Tutto questo è possibile grazie ai minori vincoli nella strategia di gestione ed asset allocation a cui sono sottoposti.

Le origini

Il primo fondo speculativo fu creato da Alfred Winslow Jones, giornalista dedito alla borsa e agli investimenti, nel 1949.

Durante i suoi anni di ricerca e attività in ambito finanziario, Jones arrivò ad elaborare una tecnica di gestione che puntava a ridurre il rischio connesso all'andamento del mercato e contemporaneamente realizzare rendimenti elevati.

All’epoca per creare il proprio fondo dovette ricorrere ad una falla nelle norme regolanti le modalità operative dei Mutual Funds in rigore negli USA al tempo.

Dato che quest’ultime impedivano determinate operazioni a tutti i fondi aventi più di 101 investitori, Jones decise che il suo fondo non avrebbe avuto più di 99 partecipanti.

Come opera un Hedge Fund?

Seguendo l’idea iniziale di Jones, inizialmente questi fondi impostarono le loro modalità operative sul concetto di Long-Short Equity, quindi di “vendita allo scoperto” (short selling) di titoli ritenuti sopravvalutati e sull’acquisto di quelli che possedevano le caratteristiche opposte (rendendoli sottovalutati) ottenendo ritorni elevati tramite strumenti come i derivati e la leva finanziaria.

Le strategie utilizzate al giorno d’oggi sono però più ampie e puntano più alla speculazione piuttosto che al contenimento del rischio (tuttavia questo rimane uno dei loro concetti più importanti), in breve si possono riassumere in:

  1. Global Macro Strategy, cercando di prevedere i trend macroeconomici nel breve periodo;
  2. Event Driven Strategy, l’anticipazione del risultato economico dovuto a particolari eventi (e.g. pubblicazione delle Trimestrali);
  3. Relative Value Strategy, che consiste nel comprare/vendere titoli simili ma con prezzo anomalo.

Tipi di Hedge Fund

In base agli obiettivi e alla tolleranza del rischio, gli Hedge Fund possono generalmente essere divisi in 2 categorie.

Il primo tipo di fondo è conosciuto come fondo a “gestione attiva”, il che significa che l’obiettivo principale è quello di creare un portafoglio in grado di performare meglio del mercato finanziario.

Per fare ciò, questa strategia necessità di un Benchmark (che non è altro che un parametro di riferimento per confrontare la performance del portafoglio rispetto a quella del mercato) in questo caso soggettivo. Facendo ciò quindi, ogni investitore deve valutare e decidere qual è il rapporto rischio/rendimento con il quale si sente a suo agio, sempre restando nei parametri necessari per non rendere il rischio troppo alto.

Se analizzata con cura però, questa strategia può portare a rendimenti extra, attirando quindi investitori che cercano risultati che solitamente non si trovano sui mercati.

L’altro tipo di fondo è logicamente quello a “gestione passiva”, che a sua volta fa riferimento ad un Benchmark composto da vari titoli, cercando però in questo caso non di performare meglio, ma bensì di replicarne il rendimento. Questo tipo di gestioni sono viste solitamente negli ETFs. Per quanto possa sembrare più cauta come strategia, anch’essa presenta degli svantaggi per gli investitori: l’ipotesi del mercato efficiente, la quale si basa sulla supposizione che il mercato rispecchi a pieno l’informazione, impedirebbe al fondo di avere una prestazione migliore di quella del mercato.

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