Da Bruxelles: Crolla la fiducia dei consumatori in Europa.

Come evidenziato da parte dell’esecutivo comunitario nella sua ultima stima flash, a settembre, l’indice del clima di fiducia dei consumatori è sceso di 3,8 punti nell’area euro e di 3,5 punti nella Ue, raggiungendo così il livello più basso mai toccato, registrando dati preoccupanti rispettivamente del -28,8 e un -29,9.

Di cosa si tratta?

L’indice del clima di fiducia dei consumatori, come riportato anche da Borsa Italiana, è un indice sintetico mensile che ha come obiettivo quello di analizzare e valutare il livello di ottimismo o pessimismo dei consumatori. L’obiettivo dell’indice fondamentalmente è quello di delineare un quadro economico generale e fornire previsioni sull’andamento del clima di fiducia dei cittadini dell’area euro.

Questo indice viene studiato sia a livello nazionale che europeo, in Italia l’ente che si occupa mensilmente dell’indagine dal 1982 è l’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), mentre per quanto riguarda il territorio europeo l’entità responsabile della redazione, e della pubblicazione dei risultati, è la Direzione Generale degli Affari Economici e Finanziari della Comunità europea (DG ECFIN). L’indagine viene condotta nei primi 15giorni lavorativi di ogni mese e ha come obiettivo quello di indicare in maniera sintetica il clima di fiducia.

Il valore dell’indice viene stabilito in riferimento alle risposte fornite dai cittadini tramite un apposito questionario redatto per la ricerca. Per quanto riguarda la strutturazione di quest’ultimo, in cui vengono riportate le domande a cui vengono sottoposti i consumatori, si è deciso per una forte armonizzazione a livello europeo. Le domande vertono sulla situazione economica nell’Unione e nell’Eurozona, la disoccupazione, la situazione economica famigliare, opportunità attuale e futura di risparmio, opportunità di acquisto di beni durevoli e sul bilancio familiare.

Perché l’indice continua a calare?

Andando analizzare le domande che vengono poste ai consumatori, viene semplice capire il motivo dell’andamento dell’indice. Infatti, esso risulta seguire un trend negativo dal periodo post-Covid e stando a quanto riportato dal DG ECFIN: “La fiducia dei consumatori ha segnato un punteggio inferiore al minimo precedente raggiunto all'inizio della crisi del Covid-19, raggiungendo il livello più basso mai registrato”. Evidenziando come nel periodo attuale in cui stiamo vivendo un’alta inflazione ormai assestata sulla doppia cifra nei Paesi nordici dell’eurozona, e una media del 6.8% in tutta la Euro Area, il problema delle bollette che hanno incontrato un aumento del 91% per la luce e del 70% del gas su base annuale, e infine il conflitto Russo-Ucraino, stanno mettendo in ginocchio la maggior parte delle famiglie europee e la loro capacità di risparmio.

Cosa farà e cosa sta facendo l’unione per migliorare le cose?

La BCE si sta già muovendo da mesi con numerose manovre restrittive per diminuire l’inflazione nell’area euro, attuando le stesse scelte effettuate con anticipo dalla FED, la più importante in termini di magnitudo sono sicuramente i continui rialzi dei tassi d’interesse su base bimestrale, non ultimo il più grande della storia della Banca Centrale Europea da 0,75 punti base che segue quello effettuato a fine luglio, quando il rialzo era stato pari allo 0,5%.

Secondo la governatrice della BCE, Christine Lagarde, il costo della vita “potrebbe aumentare ulteriormente nel breve termine”, tutto ciò anche dovuto “dall'impennata dei prezzi di energia e generi alimentari”, dalle “pressioni sulla domanda di alcuni settori” e dalle “strozzature dell’offerta” a cui aggiungere anche la debolezza che sta mostrando l’euro nei confronti delle altre valute soprattutto nei confronti del dollaro, dove il cambio è addirittura sceso sotto la parità.

Per ovviare al problema di un ulteriore rincaro delle materie prime, in primo luogo del gas per questo inverno imminente, sebbene Paesi come l’Italia stiano già diversificando le proprie entrate, tra le ipotesi allo studio della Commissione Europea vi è la proposta di mettere un “tetto” al prezzo del gas, numerosi paesi dell’unione sono già a favore di questa proposta, tra questi anche l’Italia, ma per far sì che questa proposta possa diventare realtà è necessario il consenso di tutti i Paesi membro, e fra gli scettici riguardo un price cap generalizzato vi è il governo norvegese, principale fornitore dell’Europa. Come affermato e prima riportato dalla governatrice della Banca Centrale Europea, le manovre restrittive avranno un impatto sul breve termine in maniera negativa sulle famiglie e anche sui paesi con alto debito pubblico, tra cui l’Italia, con un allargamento dello spread. Per ovviare questo problema, Lagarde si è detta pronta ad attivare il TPI, ossia lo scudo anti-spread che la BCE ha messo a punto proprio in previsione di un aumento consistente di tassi di interesse.

Malgrado i problemi sul breve termine che le famiglie potrebbero riscontrare per fattori esogeni, l’Unione Europea con i suoi membri si aspettano un miglioramento della situazione sul lungo periodo grazie alle manovre che stanno intraprendendo, a valutare poi l’operato effettivo degli organi di governo sarà anche il miglioramento o il peggioramento dell’indice della fiducia dei consumatori, uno dei voti concreti per stabilire la correttezza delle scelte effettuate.

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