L'ascesa dell'euro digitale: esploriamo il futuro del denaro nel vecchio continente

Nel globo si corre e si va estremamente veloce in ambito tecnologico, laddove un tempo c’era un popolo la cui economia era prevalentemente di sussistenza, oggi vi è un paese tra i primi posti in innovazione, si parla ovviamente della Cina; la prima nazione ad avviare lo studio e l’utilizzo di una valuta interna digitale, seppur limitatamente. Alla fine del 2021 si registra un utilizzo da parte di 261 milioni di utenti, stando a quanto riferisce il governo di Pechino. L’obiettivo è ovviamente quello di rendere accessibile a tutti i cittadini del dragone un portafoglio digitale. L’occidente non può stare a guardare e si inizia a discutere sul fronte americano con il governo Biden di un dollaro digitale. E nel vecchio continente? In Europa sono iniziati da qualche anno gli studi di fattibilità sull’euro digitale come nuova forma di denaro sviluppata dalla Banca centrale europea (BCE). Si tratta di una moneta digitale che potrebbe potenzialmente sostituire il contante fisico e ha il potenziale per rivoluzionare il modo in cui le persone effettuano transazioni e pagamenti. In questo articolo esploreremo i vantaggi e le sfide associate all'euro digitale, nonché il suo potenziale di trasformazione dell'economia globale. Analizzeremo anche l’amaro scenario delle possibili frodi dell'euro digitale e le tematiche di carattere normativo-legale che devono essere prese in considerazione.

L'euro digitale è una forma di denaro sviluppata dalla Banca Centrale Europea (BCE) definita dagli esperti come “Central Bank Digital Currency (CBDC).” È stato concepito come un'alternativa digitale al contante fisico e ha lo scopo di consentire ai cittadini di effettuare pagamenti e transazioni con maggiore facilità. Inoltre, è stato progettato per essere un modo sicuro, comodo ed efficiente in termini di costi per effettuare pagamenti e transazioni. Il concetto di euro digitale è stato proposto per la prima volta nel 2019 e da allora la BCE ha lavorato allo sviluppo della tecnologia e delle infrastrutture necessarie per realizzarlo. L’entrata in vigore è imposta entro il 2026. Si prevede che l'euro digitale sarà una criptovaluta, ossia si baserà sulla tecnologia a libro mastro distribuito (DLT). Ciò significa che sarà una valuta digitale, basata sulla tecnologia della blockchain, controllata dall’autorità centrale e potrà essere utilizzata per pagamenti e transazioni senza la necessità di un intermediario terzo.

L'euro digitale ha il potenziale per rivoluzionare il modo in cui le persone effettuano transazioni e pagamenti. Potrebbe anche avere un impatto sull'economia globale, in quanto ridurrebbe l’onere dei trasferimenti internazionali di denaro e renderebbe più facile il trasferimento di denaro oltre confine. L'euro digitale avrebbe un effetto di trasformazione sul sistema bancario e finanziario. Un altro scenario da prendere in considerazione è la riduzione del costo delle rimesse, fattore importante data l’elevata presenza di migranti sul territorio europeo. Nasceranno nuovi flussi di euro verso l’estero?

L'euro digitale presenta una serie di potenziali vantaggi, tra cui:

• Maggiore sicurezza: l'euro digitale si basa sulla tecnologia del libro mastro distribuito, che lo rende più sicuro delle forme di denaro tradizionali. Ciò significa una inferiore vulnerabilità alle frodi e agli attacchi informatici, inoltre, per i criminali sarà più difficile accedere al denaro e sottrarlo dai depositi.
• Maggiore comodità: l'euro digitale è stato progettato per essere un modo più comodo di effettuare pagamenti e transazioni. Pensato per essere facile da usare ed accessibile.
• Riduzione dei costi: l'euro digitale riduce il costo dei pagamenti e delle transazioni (commissioni bancarie). 
•  Riduzione del rischio: l'euro digitale è una forma di denaro più sicura, il che significa che è meno vulnerabile delle carte di credito (si pensi alla clonazione). 

L'euro digitale non è privo di sfide e potenziali inconvenienti. In particolare, ci sono una serie di rischi e sfide che devono essere prese in considerazione, tra cui:
Potenziale di frode: È importante garantire che l'euro digitale sia sicuro e che vi siano misure di protezione contro le frodi e la criminalità informatica. Il nodo più stretto da sciogliere è quello sulla tutela della privacy, le cui critiche si concentrano sul fatto che la centralizzazione dei portafogli dei privati cittadini presso la BCE, possa essere un calderone di informazioni sensibili preda di attacchi Cyber. 
Considerazioni legali: L'euro digitale sarà probabilmente soggetto a una serie di considerazioni legali diverse, ed è importante assicurarsi che queste vengano prese in considerazione durante lo sviluppo. Ciò esemplifica l’importanza di garantire che l'euro digitale sia conforme a tutte le leggi e i regolamenti pertinenti.

La valuta europea digitale è sicuramente un’innovazione incredibile ma come ogni innovazione, deve essere strutturata in modo tale da inserirsi nel quadro normativo senza richiedere compromessi che possano mettere a rischio i cittadini. Quali compromessi? Per esempio, un controllo capillare delle transazioni finanziarie dei privati, la limitazione parziale o totale dei portafogli digitali depositati presso la banca centrale. Il modello cinese deve essere un'avvisaglia dato che il sistema di credito sociale assegna punti di merito o di demerito ai cittadini sotto l’egida di Pechino, si può quindi facilmente intuire che il pericolo stia laddove lo stato, può mettere mano ai risparmi del popolo o negare una via di accesso al credito secondo griglie di valutazione che indicano il grado di cittadinanza dell’individuo. L’euro digitale non deve diventare uno strumento di governo della popolazione, minando quello che è di fatto lo stato di diritto nel quale viviamo.  Sarà essenziale definire i limiti di tale trasformazione, ma la domanda ora diventa, riusciremo a concepire una valuta che non leda i diritti e non ceda il passo a un modello di controllo più autoritario? Se la risposta è sì ben venga, altrimenti ci avvicineremo pericolosamente ad un’idea di stato più vicina a quella di Xi jinping, di un dragone che ha tutta l’aria di voler sputare fuoco.