Breve Guida al Superbonus 110

La storia e l'avvicendamento del governo

Nella primavera 2020, in piena crisi pandemica, il governo Conte Bis decide di cambiare la manovra proposta dal precedente governo in merito alle agevolazioni fiscali derivanti da operazioni edilizie aventi in oggetto l’efficienza energetica e la riduzione del rischio sismico. In particolare, la decisione del governo introduce la possibilità di ottenere uno sgravo fiscale pari al 110% del costo totale dell’intervento, cambiando le finestre di accessibilità al credito, che sono state ridefinite dal luglio 2020 al dicembre 2021. Il seguente decreto numero 45 del 14 maggio 2020, approvato dal Consiglio dei Ministri, porta le spese per la ristrutturazione delle abitazioni del Paese a 155 miliardi di euro. Tra gli stanziamenti destinati alla realizzazione del Superbonus, vengono inserite anche altre tipologie di interventi edilizi, come la realizzazione delle facciate e quella dei pannelli solari. Il pacchetto delle agevolazioni fiscali viene ulteriormente arricchito introducendo la possibilità di ottenere il credito, non solo tramite detrazione fiscale, ma anche con lo sconto in fattura e la cessione del credito. Con il passare del tempo, gli unici cambiamenti che vengono apportati alla manovra riguardano le scadenze temporali, prolungate di volta in volta per garantire la possibilità di usufruire del bonus ai cittadini, che ancora oggi possono beneficiarne pienamente. Una svolta nella definizione della manovra avviene nel gennaio 2022. Il governo Draghi decide di bloccare la cessione del credito a un solo passaggio. La decisione, accolta con qualche titubanza iniziale, viene rivista e portata ad una cessione del credito con un massimo di tre passaggi. Con l’avvicendamento del governo Meloni, a fronte delle spese in continuo aumento sostenute finora, e alla presenza di un credito d’imposta elevato, che a settembre 2022 ha toccato i 99,4 miliardi di euro, si decide di intervenire sulla manovra bloccando la cessione del credito e lo sconto in fattura, abbassando l’aliquota da 110% a 90%.

L'impatto della manovra

La manovra ha avuto un impatto generalmente positivo sull’economia del Paese, basti pensare alla spinta che il settore edilizio ha ottenuto durante il covid e successivamente alla fine dell’emergenza stessa. L’impatto del decreto ha registrato nel complesso una accezione positiva, che ha generato un ritorno importante per l’economia. In base all'ultimo rapporto Nomisma, il ritorno sull’investimento generato dal Superbonus, a fronte di un impiego di 70 miliardi di euro, è stato di 195,2 miliardi di euro, pari al 7% del PIL italiano. In base al rapporto, circa il 2% degli edifici in Italia ha terminato i lavori e ha beneficiato della manovra; la restante controparte, ovvero il 98%, non rientra tuttavia nella classificazione ecologica richiesta dall’Unione Europea entro il 2050. Inoltre, sono aumentate esponenzialmente le assunzioni nel settore dell’edilizia. Si stima che tra il 2020 e il 2022, vi siano state 650.000 assunzioni nel settore edilizio e 350.000 nei settori direttamente collegati.

La cessione del credito

Già in precedenza, il governo Draghi, e in particolare l’ex ministro dell’economia e delle finanze, Daniele Franco, aveva sollevato dubbi sulla manovra, soprattutto sul meccanismo della cessione del credito. A gennaio 2022, il precedente governo rilevò che le truffe legate alle cessioni dei crediti edilizi ammontavano a circa 4,4 miliardi di euro, e che la manovra iniziale, senza mettere un freno alla cessione degli stessi, incentivava le frodi fiscali. Ma nello specifico, cos’è la cessione del credito e perché crea così tanti problemi alla manovra? In breve, la cessione del credito prevede che l’ammontare degli interventi edilizi possa essere ceduto a terzi, in cambio di un corrispettivo in denaro. Il decreto non aveva previsto meccanismi di garanzia che potessero vigilare sul corretto svolgimento della manovra; ma grazie al governo Draghi, è stato attuato uno stratagemma che ha inserito uno stop alla cessione del credito, e che ha messo il freno alle cessioni del credito precedenti. Le truffe più comuni riguardavano la cessione di crediti edilizi, a volte riguardanti anche lavori mai iniziati. Spesso i promotori di queste attività ottenevano la cessione del credito utilizzando aziende fantasma, da poco costituite, ed eleggendo prestanome o addirittura amministratori nullatenenti. Tra le misure che potessero limitare la proliferazione delle truffe, il governo Draghi ha ratificato alcune modifiche alla manovra, che riguardano principalmente i seguenti punti:

  • Il contribuente deve fornire una documentazione tale da poter sostenere la possibilità di ottenere il credito;
  • Un tecnico qualificato deve approvare la possibilità di svolgere i lavori in maniera congrua. Se ciò non dovesse accadere, sarebbero previste sanzioni amministrative o penali per il tecnico incaricato;
  • L’inasprimento delle comunicazioni riguardanti la cessione del credito in maniera tempestiva e puntuale, attraverso l’introduzione di un codice identificativo delle operazioni;
  • A partire dal 27 gennaio 2022, è possibile cedere il credito d’imposta per un massimo di tre volte.

Gli aspetti negativi

Alcune delle principali problematiche della manovra attuata dal governo, si rifanno soprattutto a tre aspetti:

  • Il primo, riguarda l’esponenziale aumento del costo delle materie prime. La manovra, incentivando la creazione di cantieri edilizi e gli interventi sulle abitazioni, ha portato a un netto aumento del costo delle materie prime. Questo, unito all’inasprimento dei prezzi derivanti dall’inflazione crescente e dal conflitto russo ucraino in corso, ha contribuito a creare una bolla nel settore edilizio che tutt’oggi preoccupa gli esercenti del settore, che stanno assistendo a un taglio, o addirittura a una cessazione della possibilità di credito;
  • La seconda, prende in considerazione il concetto di moral hazard. Spesso, gli esercenti del Superbonus, per ottenere vantaggi fiscali e rimborsi maggiori, hanno cercato di utilizzare materiali in quantità eccessive o molto costosi.
  • La terza, in base ai dati raccolti dall’osservatorio economico, riguarda i maggiori benefici che sono stati tratti non dalla fascia più povera della popolazione, ma soprattutto dalla parte più ricca e abbiente del Paese. Il 22 febbraio sono stati pubblicati i dati relativi all’utilizzo della manovra e di chi ne è stato beneficiario. I risultati attestano che nel complessivo 10,8 milioni di italiani hanno usufruito con successo del servizio, ma che sono solo 1,7 milioni gli italiani usufruenti appartenenti alla fascia di reddito medio-basso. Dunque, il profilo dei beneficiariè strettamente legato alle fasce più abbienti della popolazione; addirittura, il 25% dei beneficiari aveva un reddito oltre i 4000 euro mensili e circa il 23% di questi erano proprietari di una seconda casa.

Cosa ci riserva il futuro?

La situazione odierna resta in stallo, le recenti decisioni del governo di apporre cambiamenti, se non addirittura un possibile freno alla manovra, hanno suscitato il malcontento di Confedilizia, che ha chiesto di rimandare le decisioni almeno fino ad aprile, nel tentativo di dare tempo agli imprenditori di regolarizzare il più possibile la propria posizione. Il futuro sembra ad oggi più che mai incerto sulla manovra, ma di sicuro ci sarà un corposo cambiamento.

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