Il rating

Che cos’è? A cosa serve?

Il rating è un giudizio assegnato dalle agenzie di rating del credito con lo scopo di fornire agli investitori globali un'analisi dettagliata del rischio associato ai titoli di debito. Questi titoli includono titoli di stato, obbligazioni societarie, certificati di deposito (CD), obbligazioni municipali, azioni privilegiate e titoli garantiti (obbligazioni di debito garantite – CDO) e titoli garantiti da ipoteca. La rischiosità dell'investimento in questi titoli è determinata dalla probabilità che l'emittente del debito, sia esso una società, un'entità creata da una banca, una nazione sovrana o un governo locale, non riesca ad effettuare pagamenti tempestivi sia degli interessi sul debito che del capitale. Il settore del rating del credito globale è altamente concentrato, con le cosiddette “Big Three” - Moody's, S&P Global e Fitch Ratings - che controllano quasi l'intero mercato. I giudizi sono generalmente caratterizzati da un voto in lettere, il più alto e più sicuro è AAA, con i voti inferiori che si spostano in lettere doppie e poi singole (AA o A) giù nell’alfabeto fino, generalmente, alla lettera C o D (in default o junk). I rating assegnati da ciascuno dei Big Three hanno implicazioni diffuse per gli investitori ed i mercati globali. Insieme controllano quasi il 95% del mercato dei rating del credito. Quest’ultimo, quindi, determina la probabilità che l’emittente del debito sia in grado e disposto a rimborsare un prestito entro i limiti del contratto senza essere inadempiente. Un rating di credito elevato indica una forte possibilità di rimborso del prestito nella sua interezza senza problemi; al contrario, uno scarso rating del credito, suggerisce che il mutuatario ha avuto problemi nel rimborsare i prestiti in passato e potrebbe seguire lo stesso modello in futuro. Il rating influisce sulla possibilità dell’emittente di essere approvata per un dato prestito e di ricevere condizioni favorevoli per esso.

Funzione e tipi di rating

Ci sono differenti tipologie di rating, a livello societario, governativo e individuale. I rating del credito sovrano si applicano ai governi nazionali mentre i rating del credito societario si applicano esclusivamente alle società. Invece, per quanto concerne gli individui, si utilizza il punteggio di credito. Quest’ultimi derivano dalla cronologia creditizia gestita da agenzie di segnalazione del credito come Equifax, Experian e TransUnion. Il punteggio di credito di una persona è riportato come un numero, generalmente compreso tra 300 e 850. Invece, i rating a livello governativo e societario, si basano sulla scala di singole, doppie e triple lettere precedentemente citata. Quindi uno strumento che risulta essere maggiore a BBB- (Baa3 per Moody’s) è considerato “investment grade” e quindi altamente affidabile. Invece uno strumento di debito con un rating inferiore a BB è considerato speculative grade, il che significa che è più probabile che il prestito non sia ripagato. I rating si basano su una sostanziale due diligence condotta dalle agenzie. Sebbene un'entità si sforzerà di avere il rating di credito più elevato possibile, poiché ha un impatto importante sui tassi di interesse applicati dai prestatori, le agenzie di rating devono avere una visione equilibrata e obiettiva della situazione finanziaria e della capacità di rimborso il debito da parte del mutuatario. Un rating del credito determina non solo se ad un mutuatario sarà approvato o meno un prestito, ma anche il tasso di interesse al quale il prestito sarà ripagato. Anche i rating del credito giocano un ruolo importante nella decisione di un potenziale investitore se acquistare o meno obbligazioni. Un rating scadente rende un investimento più rischioso in quanto si ritiene che la probabilità di inadempienza dell'azienda sui pagamenti delle obbligazioni sia maggiore.

Storia del rating

Moody's ha emesso pubblicamente nel 1909 il primo rating di credito per le obbligazioni, e altre agenzie hanno seguito l'esempio nei decenni successivi. Questi rating non hanno avuto un profondo effetto sul mercato fino al 1936, quando è stata approvata una nuova regola che proibiva alle banche di investire in obbligazioni speculative, ovvero obbligazioni con rating di credito basso. L'obiettivo era evitare il rischio di insolvenza, che avrebbe portato a perdite di natura finanziaria. Questa pratica è stata rapidamente adottata da altre società e istituzioni finanziarie e, ben presto, fare affidamento sui rating del credito è diventata la norma per tutti. John Knowles Fitch ha fondato la Fitch Publishing Company nel 1913, fornendo statistiche finanziarie da utilizzare nel settore degli investimenti. Nel 1923 Fitch sviluppò e introdusse il sistema di rating da AAA a D che è diventato, poi, la base per i rating in tutto il settore. Standard Statistics si è fusa con Poor’s Publishing nel 1941 per formare Standard & Poor’s Corporation. Standard & Poor’s Corporation è stata acquisita da McGraw-Hill Companies (1966) e nel 2016 la società è stata rinominata S&P Global. È diventata famosa per gli indici come l'S&P 500, introdotto nel 1957. Un indice del mercato azionario che è sia uno strumento per l'analisi e il processo decisionale degli investitori sia un indicatore economico degli Stati Uniti.

Il caso Enron

Kenneth Lay ha fondato Enron nel 1985 fondendo le due società di gasdotti Houston Natural Gas e Internorth. Nel 2001, a seguito di vari investimenti, Enron era diventata un vero e proprio conglomerato di attività e servizi. La particolarità della società era quella di avere investimenti in molte attività differenti in decine di Paesi diversi in giro per il mondo e, come sappiamo, la diversificazione internazionale porta con sé sempre dei grossi rischi. Proprio a seguito di questa enorme espansione molti attori del mercato dei capitali non hanno mai messo in dubbio la strategia o l’operato di Enron poiché guardavano ad essa come una società vincente. Nel 2001 Enron ha inventato la cosiddetta Banca del Gas, che funziona come una banca finanziaria, con la differenza che fa da intermediario tra fornitori e acquirenti di gas. Per proteggere l'attività, Enron ha utilizzato strumenti finanziari complessi come swap, futures e altri veicoli finanziari. Quindi a livello contabile Enron ha esteso i suoi confini a decine di metodi di contabilizzazione diversi a seconda dei vari paesi in cui operava. Il 16 Ottobre 2001, Enron ha reso pubblico "perdite associate a determinati investimenti e risoluzione anticipata durante il terzo trimestre di alcuni accordi di finanza strutturata” per $ 1,01 miliardi. Le cancellazioni di molti investimenti hanno prodotto una perdita di oltre $ 600 milioni nel terzo trimestre del 2001 ed hanno colto Wall Street assolutamente di sorpresa. Di conseguenza, il prezzo delle azioni è sceso da $ 30 a $ 20 e ha causato una grave crisi nella società. Il 28 novembre, poi, l'affidabilità creditizia di Enron è stata declassata allo status di obbligazioni spazzatura (junk), con il prezzo delle azioni arrivato a $0,26 (- 99% circa), ed Enron ha dichiarato fallimento. Fino a quattro giorni prima che la società dichiarasse bancarotta, Moody's, S&P e Fitch avevano valutato l'azienda come “Investment grade”, quindi molto affidabile. Questo poiché Enron, data la complessità dell’azienda era difficilmente “giudicabile” correttamente, a causa proprio dell’elevata diversificazione di attività che svolgeva e paesi in cui operava. Nel caso specifico, la complessità del business non è sufficiente, ma necessaria per spiegare i motivi della bancarotta. Un'altra con-causa della valutazione sbagliata su Enron è data dal fatto che i manager avevano praticato immense frodi contabili nel corso degli anni e che nessuno a livello mondiale, neanche le agenzie di rating, avesse avuto sospetto.

Prezzo azioni Enron, 1997-2002

Il ruolo della agenzie di rating nella crisi del 2008

Nel 2008, al culmine della crisi finanziaria globale, le agenzie di rating sono state accusate di aver travisato i rischi associati ai titoli legati ai mutui sub-prime. Esse hanno ritenuto che molti di questi prodotti strutturati fossero un materiale AAA (il miglior livello di rating di credito) durante il boom immobiliare, solo per poi ridimensionarli bruscamente quando il mercato immobiliare è crollato. Nel 2007, quando i prezzi delle case hanno iniziato a calare, Moody's ha declassato l'83% degli 869 miliardi di dollari in titoli ipotecari che aveva valutato a livello AAA nel 2006. Le agenzie di rating, quindi, non avevano tenuto conto dell’enorme quantitativo di mutui sub-prime emessi dalle banche e concessi a qualsiasi risparmiatore in USA senza un’accurata selezione del merito creditizio. Quindi avevano valutato tutti gli strumenti collegati a tutto il mercato mobiliare con livelli molto elevati per tutto il 2006 e parte del 2007. Le Big Three non avevano, dunque, tenuto conto del potenziale di calo dei prezzi delle case e del suo effetto sulle insolvenze dei prestiti a seguito della grave crisi occupazionale del mercato americano. Sono state anche accusate di assegnare rating di qualità per conquistare una quota maggiore di reddito. Si pensi che nel 2006, Moody's aveva guadagnato più entrate dalla finanza strutturata ($ 881 milioni), rispetto a tutti i ricavi aziendali dal 2001 fino ad allora, messi insieme. Le agenzie nel 2008 affermarono sin da subito che non vi era stato conflitto di interessi, poiché le decisioni erano state prese da comitati, e non da singoli analisti. Aggiunsero anche che gli investitori potrebbero esercitare pressioni sulle agenzie di rating affinché considerino i titoli più rischiosi e non il contrario poiché i titoli a basso rating pagano rendimenti più elevati. Anche i venditori allo scoperto potrebbero beneficiare finanziariamente di valutazioni negative. Il vero problema quindi, per le Big Three, è semplicemente quello della trasparenza.

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