Gli strumenti di intervento della BCE

Introduzione

Dal 26 luglio 2012 quando l’allora governatore Mario Draghi annunciò che la BCE avrebbe fatto tutto il necessario per preservare l’euro, l’impegno della Banca Centrale e dell’Eurosistema è stato continuo e massiccio a presidio della salute del sistema economico. Per conseguire l’obiettivo della stabilità dei prezzi e garantire la salvaguardia dell’euro, la BCE deve poter determinare l’andamento dell’economia reale attraverso due macrocategorie di operazioni di politica monetaria: strumenti convenzionali e non convenzionali.

Cosa sono e come funzionano le politiche convenzionali

La BCE, in situazioni normali, opera attraverso tre tipologie di strumenti di politica monetaria.

  • Le operazioni di mercato aperto hanno durata inferiore ai dodici mesi; il loro scopo è quello di fornire liquidità alle banche dell’Eurosistema e si sostanziano in delle reverse transaction, in cui la BCE acquista attività finanziarie da un istituto bancario con l’impegno da parte di quest’ultimo di riacquistarle alla scadenza.
  • Le operazioni attivabili su iniziativa delle controparti consistono in due standing facility, offerte dalla BCE agli istituti creditizi per compensare i loro temporanei sfasamenti di liquidità e sono il deposito di riserve e il rifinanziamento marginale. Attraverso questi due strumenti, inoltre, la BCE va a determinare i margini di oscillazione dei tassi del marcato interbancario: il tasso di riferimento EONIA (Euro Over Night Index Average) non può superare il tasso sul rifinanziamento marginale né essere inferiore a quello sul deposito di riserve.
  • Il meccanismo di riserva obbligatoria, invece, prevede che ogni banca all’interno dell’area euro mantenga una quota di riserve presso la Banca Centrale il cui ammontare è determinato da un coefficiente attualmente pari al 2%, applicato sulle passività costituite da depositi e titoli di debito con scadenza fino ai due anni e depositi liquidabili con un preavviso minimo di due anni.

Focus on: le politiche non convenzionali

A seguito e in risposta alla crisi finanziaria dello scorso decennio e sempre per perseguire lo scopo primario della stabilità dei prezzi, la BCE ha adottato delle misure non convenzionali di politica monetaria. La differenza tra questa categoria e quella descritta precedentemente è che l’insieme delle azioni non convenzionali possono essere utilizzate unicamente e con urgenza nei periodi di crisi, durante i quali le misure ordinarie risultano inefficaci. Le politiche monetarie straordinarie, inoltre, cercano di influenzare i tassi a lungo e non a breve come nel caso di quelle convenzionali. Una prima iniziativa che la BCE può decidere di intraprendere in un periodo eccezionale, durante una crisi finanziaria o del debito sovrano è concedere interamente l’importo che le banche desiderano avere, accogliendo tutte le richieste ad un tasso fisso senza ricorrere ad un’asta competitiva come avverrebbe in circostanze normali. Per facilitare, in particolari situazioni congiunturali, le banche nelle operazioni di accesso al credito, la BCE ha previsto anche un ampliamento delle attività che possono essere offerte in garanzia sui prestiti, accompagnate però da adeguati strumenti di misurazione del rischio associato all’operazione. È possibile anche che venga modificato il coefficiente di riserva obbligatoria oppure, per le banche che hanno un accesso limitato alla liquidità in valuta estera, che questa sia loro concessa dall’Eurosistema di concerto con altre banche centrali. Altre due misure non convenzionali di conduzione della politica monetaria espansiva sono il Quantitative Easing e le OMT. Il Quantitative Easing è uno strumento adottato con l’obiettivo di aumentare l’offerta di moneta in un delicato momento storico. Con questa operazione la BCE crea moneta a debito e la inietta nel sistema economico e finanziario per riportare fiducia nei mercati e promuovere la liquidità e la facilità di accesso al credito. Le Outright Monetary Transactions consistono in un piano di acquisto definitivo di titoli di stato da parte della BCE introdotte, ma mai utilizzate, nel 2012 dall’allora governatore Mario Draghi per salvare l’euro dalla crisi del debito sovrano. A differenza però del Quantitative Easing, gli acquisti di titoli legati alle OMT non sono rivolti a tutti paesi dell’Eurozona ma si attivano per fronteggiare una situazione di sfiducia dei mercati nei confronti di un singolo stato e questo intervento viene compensato nel bilancio della BCE in modo da non creare nuova base monetaria. Uno stato che richieda le OMT deve preventivamente concordare con il Meccanismo Europeo di Stabilità un piano di rientro dai suoi squilibri.

PAA, PEPP, OMRLT-III

Il programma di acquisto di attività, PAA, è una delle misure non convenzionali che la BCE utilizza per far fronte ai rischi connessi ad un periodo troppo prolungato di bassa inflazione per riportarla a livelli inferiori ma prossimi al 2%. Gli acquisti netti sono terminati nel dicembre 2018 ma il programma sta proseguendo con un ritmo mensile di 20 miliardi perché il capitale rimborsato sui titoli a scadenza viene completamente reinvestito. Il piano ha coinvolto attività quali titoli di Stato, titoli emessi da istituzioni sovranazionali europee, obbligazioni societarie, titoli derivanti da cartolarizzazioni e obbligazioni garantite. Il PAA influenza la crescita economica e l’inflazione attraverso tre canali principali:

  • Trasmissione diretta: quando la BCE acquista titoli del settore privato connessi a prestiti erogati dalle banche all’economia reale, la maggior domanda di queste attività ne fa aumentare i prezzi. Le banche, allora, sono più incentivate a erogare credito da cui poi generare e vendere titoli derivanti da cartolarizzazioni od obbligazioni garantite.
  • Riequilibrio dei portafogli: quando la BCE acquista attività del settore pubblico o privato da investitori istituzionali e no i quali a loro volta possono decidere di investire in altri strumenti finanziari i fondi ottenuti, riuscendo a diversificare.
  • Effetto segnalazione: dal momento che gli acquisti della BCE segnalano al mercato che la banca centrale manterrà i tassi di interesse di riferimento su un livello contenuto per un esteso periodo di tempo. Questo elemento orienta le decisioni di investimento perché con i tassi a breve bassi per un rilevante arco temporale anche quelli a lungo termine rimarranno più bassi. Il PEPP, Pandemic Emergency Purchase Programme, è sempre un programma di acquisto di attività che è stato messo in atto dalla Banca Centrale per evitare il tracollo economico dell’area euro per l’emergenza pandemica e prevede una dotazione finanziaria di 1850 miliardi di euro almeno fino a marzo 2022 e il consiglio direttivo provvederà a reinvestire il capitale rimborsato sui titoli a scadenza almeno sino alle fine del 2023.

Le OMRLT sono operazioni di finanziamento a lungo termine attraverso le quali la BCE offre alle banche prestiti a costi favorevoli e le incentiva a erogare credito ai privati. Si differenziano dalle convenzionali operazioni di rifinanziamento perché sono condizionate, nel senso che le banche ottengono credito a basso costo solo se a loro volta fanno circolare nell’economia reale questa disponibilità. Quanto più un istituto di credito ha concesso prestiti prima di un’OMRLT tanto più può ottenere fondi dalla BCE. Sono state avviate tre serie di OMRLT: le OMRLT-I nel 2014, le OMRLT-II nel 2016, le OMRLT-III nel 2019. Le OMRLT-III sono tra le misure fondamentali attuate per contrastare l’impatto funesto del Coronavirus sull’economia, nonostante fossero state introdotte già nel settembre 2019. A differenza delle precedenti, queste operazioni non hanno durata quadriennale ma triennale. Il tasso applicato agli istituti richiedenti è pari al -1%, ossia inferiore di 0,5 punti percentuali rispetto al tasso sui depositi presso la Banca Centrale. Le banche beneficiano di questo tasso se continuano a concedere credito alle imprese e famiglie.

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