Finanza Comportamentale

Che cos'è?

La finanza comportamentale è un campo strettamente legato all'economia comportamentale, che studia l'impatto delle emozioni, dei cosiddetti “bias” (pregiudizi) cognitivi e di altri fattori psicologici sul processo decisionale di un investitore e quindi sui mercati finanziari. In particolare, la finanza comportamentale enfatizza il ruolo che tali fattori giocano nel comportamento irrazionale degli investimenti e le sue conseguenze nelle fluttuazioni del mercato (per esempio, bolle speculative o panic selling). I sostenitori della finanza comportamentale mettono in discussione la tesi che gli esseri umani siano razionali e prendano decisioni logiche. Secondo tale teoria gli esseri umani analizzano quasi ogni aspetto di una situazione e poi prendono una decisione che sembra la migliore. Per capire fino in fondo questo tipo di finanza basti pensare ai milioni di persone in tutto il mondo che hanno iniziato ad investire e fare trading. La maggior parte delle loro decisioni d'investimento si basano sulla ricerca, la logica e il ragionamento. Ma alcune decisioni sono davvero irrazionali e potrebbero essere il risultato del loro umore o istinto. C'è la possibilità, quindi, che non ci sia alcun ragionamento dietro queste decisioni di trading. Ecco, la finanza comportamentale risponde alla domanda: “perché gli esseri umani razioni prendono decisioni irrazionali?”.

La teoria della finanza comportamentale

Secondo la teoria della finanza comportamentale, i mercati sono inefficienti, poiché gli investitori o i professionisti della finanza sono esseri "normali" non "razionali" e sono altamente condizionati dalle loro influenze psicologiche e dai loro pregiudizi. Sono inclini a fare errori cognitivi che portano a prendere decisioni sbagliate. A differenza della finanza tradizionale, la comportamentale considera il rischio come un termine soggettivo e quindi come un qualcosa che non può essere misurato ma che varia a seconda dell’avversione al rischio dell’investitore. Propone, inoltre, che i traders prendano decisioni incoerenti perché diversi fattori influenzano il processo decisionale. Quando il comportamento del decisore cambia, il processo decisionale viene influenzato. Tuttavia, ricordiamo molti avvenimenti storici sui mercati finanziari in cui la finanza comportamentale ha miseramente fallito, come la bolla speculative delle Dot-com tra il 97’ ed il 2000 e il crollo del mercato immobiliare del 2008. Affermare che ha fallito, significa dire che non è riuscita a prevedere il mercato. Parlando della teoria della finanza comportamentale non si può non citare Robert Shiller Premio Nobel per l'Economia nel 2013 (per le analisi empiriche sui prezzi delle attività finanziarie). Egli è uno dei pionieri della finanza comportamentale, che unisce finanza e psicologia. Insegna alla Yale University ed è famoso per il suo libro "Irrational Exuberance", in cui spiega come si sono formate le bolle speculative, come quella di Internet scoppiata nel marzo 2000, pochi giorni dopo la sua pubblicazione. Nella seconda edizione pubblicata nel 2005, Schiller ha aggiunto un capitolo sulla bolla immobiliare scoppiata nel 2007. La tipica atmosfera da "bolla" è che tutti credono che i prezzi - azioni o case - continueranno a salire per sempre, ha detto Schiller. Il suo nome è anche legato all'indice S&P Case-Shiller House Price Index, che è stato creato sulla base della sua teoria ed è il punto di riferimento per il mercato immobiliare statunitense.

I “bias”

Il “bias” è una tendenza a preferire una persona o una cosa ad un'altra, e a favorire quella persona o quella cosa. Le traduzioni più adatte a questa parola specifica sono pregiudizio, inclinazione, propensione o tendenza. La finanza comportamentale considera i pregiudizi che si stanno evolvendo in comportamenti finanziari non razionali. Ci sono due tipi diversi di bias, cognitivi e emotivi. I primi sono causati da un'errata comprensione, elaborazione o interpretazione delle informazioni disponibili; mentre i secondi sono generati da impulsività o da una finta intuizione. Andando più nello specifico troviamo dei pregiudizi come l’autoinganno, cioè quando si pensa erroneamente di sapere più di quanto sappiamo in realtà e quindi si tende a perdere informazioni di cui abbiamo bisogno per prendere una decisione nel migliore dei modi. Oppure la tendenza a classificare le nuove informazioni solo sulla base dell'esperienza precedente e, quindi, secondo schemi di classificazione standardizzati. Un altro bias molto importante è conservativo, cioè che le persone mantengono le loro opinioni o previsioni iniziali e non analizzano e incorporano le nuove informazioni. A volte si tende ad essere influenzati in particolare da informazioni che confermano le proprie opinioni. E a sottovalutare, modificare o negare ciò che invece contrasta con l'opinione originale. Molti investitori preferiscono di gran lunga evitare le perdite alle opportunità di guadagno. E quindi la sofferenza causata da una perdita è più di due volte maggiore della soddisfazione di un guadagno della stessa entità. Altri individui sono spinti a mantenere la loro posizione attuale, piuttosto che prendere una decisione. Questo perché la posizione attuale è più comoda dell'incertezza di qualsiasi cambiamento. Tutti i “bias” sopracitati sono solo alcuni di dei pregiudizi esistenti nel mondo della finanza comportamentale.

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