Microsoft sblocca la scorciatoia Activision Blizzard per superare il livello

Introduzione

Che tu sia un appassionato di finanza o un semplice videogiocatore, difficilmente non avrai notato un pre-market movimentato dei titoli tech in data 18 Gennaio 2022 o sentito i primi rumours su un potenziale Call of Duty esclusiva Xbox. Nella seconda metà del primo mese dell’anno, Microsoft ha infatti sorpreso il mercato annunciando sul proprio sito web l’acquisizione di Activision Blizzard, una delle più importanti case produttrici di videogiochi al mondo.

In questo articolo, ripercorriamo insieme i principali dettagli e driver dell’offerta dalla multinazionale di Redmond, che potrebbe avere un ruolo da protagonista nel più grande deal della storia nel settore gaming.

La scorciatoia Activision Blizzard

Analizzando i bilanci di Microsoft è possibile notare come il gaming stia acquisendo sempre più importanza all’interno del business societario: solo nel 2021, i ricavi della divisione sono aumentati di 3,8 miliardi di dollari (+33% vs. 2020), trainati dalle vendite legate alla console Xbox, stimolate anche dalla crescita della community derivante dalla pandemia. Sebbene la voce “Gaming revenue” possa sembrare a primo impatto molto soddisfacente, osservando la sua composizione vediamo che i ricavi dei contenuti e dei servizi Xbox sono aumentati di 2,3 miliardi di dollari (+23% vs. 2020), soprattutto grazie alla crescita legata ai titoli prodotti da terzi e fruibili sulle piattaforme Microsoft; inoltre, bisogna considerare che fatturato e profitti della divisione calano nei trimestri in cui non sono rilasciate console next-gen. Pertanto, potremmo affermare che un primo driver dell’acquisizione di Activision da parte della società guidata da Satya Nadella sia legato alla volontà di Microsoft di integrarsi verticalmente nell'industria dei videogiochi accedendo al know-how di uno dei più noti sviluppatori nel panorama mondiale. Si sottolinea come l’operazione permetterebbe anche al colosso tech di attrarre più utenti verso le sue piattaforme in quanto alcuni titoli Activision potrebbero essere resi esclusivi e quindi non più giocabili sulle console della concorrenza; ciò garantirebbe un ulteriore incremento dei numeri legati ai servizi in abbonamento offerti dalla società (es. Game Pass).

Una delle più grandi acquisizioni all-cash di sempre

L’operazione tra Microsoft e Activision Blizzard si prospetta come la più grande acquisizione della multinazionale di Redmond, nonché come uno dei più grandi “all-cash deal” della storia. L’accordo ha infatti un valore di 68,7 miliardi di dollari (75 miliardi includendo i 6,3 miliardi di liquidità netta) e vedrà la società fondata da Bill Gates pagare 95 dollari ad azione senza ricorrere né all’uso della leva finanziaria né all’offerta di proprie azioni.

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La scelta di procedere con questa metodologia di pagamento permetterà alla società di ridurre drasticamente le proprie riserve di cassa, gonfiate dalle vendite record registrate durante la pandemia.

Una volta perfezionata l’operazione, auspicabilmente entro l'anno fiscale 2023, Microsoft diventerà la terza società di videogiochi al mondo per fatturato, dietro agli storici rivali Tencent e Sony.

Considerata la natura dell’operazione, le due società coinvolte verranno assistite da consulenti di fama internazionale. Più nel dettaglio, Goldman Sachs e Simpson Thacher & Bartlett saranno rispettivamente advisor finanziario e legale di Microsoft, mentre Allen & Company e Skadden, Arps, Slate, Meagher & Flom supporteranno Activision durante il processo di acquisizione.

Integrazione verticale e non solo

Come anticipato nei paragrafi precedenti, una delle principali sfide lanciate da Microsoft e Activision Blizzard riguarda il settore del gaming. L’industry conta oggi più di 3 miliardi di appassionati a livello globale, che potrebbero raggiungere i 4,5 miliardi entro il 2030. Inoltre, secondo le previsioni di Newzoo, una delle fonti più attendibili al mondo quando si parla di gaming ed eSports, le entrate annuali di settore potrebbero toccare i 204,6 miliardi di dollari entro il 2023, registrando un CAGR pari al 7,2% considerando i 144,4 miliardi del 2019; si sottolinea come circa la metà dei ricavi siano generati dai videogiochi mobile, segmento ad oggi poco penetrato dal colosso di Redmond. Come affermato anche da Phil Spencer, CEO di Microsoft Gaming, l'acquisizione sarà finalizzata a un’importante crescita nel suddetto mercato.

Il secondo driver dell’operazione è strettamente legato alla corsa al metaverso, ambiente virtuale in cui il gaming giocherà un ruolo chiave secondo Satya Nadella. Sebbene questo mondo popolato da avatar sia diventato virale solamente pochi mesi fa - da quando Facebook ha cambiato nome in Meta -, esso ha attirato l’attenzione di molte realtà, che stanno effettuando ingenti investimenti nelle tecnologie abilitanti. Secondo una recente stima di Bank of America, il mercato globale del metaverso potrebbe infatti valere tra i 390 e gli 800 miliardi di dollari entro il 2025. Anche Pictet, una delle più grandi banche private svizzere e uno degli asset manager indipendenti leader in Europa, ha recentemente analizzato il megatrend mettendo in luce le sue potenzialità nei diversi settori economici: il metaverso potrà impattare per esempio il mondo dell’e-commerce poiché realtà virtuale (VR) e realtà aumentata (AR) contribuiranno a rendere più realistici i prodotti venduti online, nonché a migliorare l’esperienza d’acquisto del cliente.

Un'offerta al vaglio dei regulators

All’interno dell’annuncio pubblicato da Microsoft martedì 18 Gennaio, è possibile leggere che l’operazione è già stata approvata dai Consigli di Amministrazione di entrambe le società. Tuttavia, a distanza di poche ore dall’imprevedibile notizia, il web proliferava di commenti sul controllo normativo che l’accordo dovrà affrontare negli Stati Uniti, nazione dove le grandi aziende tecnologiche sono nel mirino dalle autorità di regolamentazione ormai da diverso tempo a causa della loro smisurata influenza in alcuni mercati.

L’ipotesi di un blocco dell’operazione in seguito all’indagine antitrust rappresenta un tema caldo sia per via del corrispettivo di 3 miliardi di dollari che Microsoft dovrebbe versare ad Activision Blizzard in caso l’operazione fallisse, sia per via delle opinioni discordanti degli analisti. Tuttavia, come affermato anche dalla banca d’investimento Evercore, sebbene Microsoft possa riscontrare alcune difficoltà burocratiche, la società ha già dimostrato con l’acquisizione di Minecraft di essere in grado di stringere accordi volti a promuovere un ecosistema aperto per i videogiocatori. Inoltre, nell’eventualità in cui Sony decidesse di intraprendere azioni legali per bloccare l’accordo, la multinazionale di Redmond potrebbe sostenere che il suo business Xbox sia modesto rispetto a quello PlayStation e che, considerate la rilevanza e le prospettive di crescita del segmento mobile gaming, Microsoft si ritroverebbe in competizione anche con aziende large cap del calibro di Apple e Google.

Conclusioni

L’acquisizione di Microsoft rimane una delle più interessanti nel panorama del gaming, settore in costante evoluzione in cui gli sviluppatori competono su un duplice fronte: tipologia (es. FPS, Sport, RPG, etc.) e piattaforme (es. mobile, PC, console, etc.); inoltre, ogni genere di videogame si differenzia dalla concorrenza sotto molteplici punti di vista (es. grafica, meccanica di gioco, single player, multiplayer, etc.).

Nonostante Activision stesse trascorrendo un periodo di forti pressioni negli ultimi mesi a causa della sua discutibile workplace culture, la casa produttrice di videogiochi ha tutte le carte in regola per supportare la strategia aziendale di Satya Nadella, fondata su quelle che Bloomberg ha definito come le tre C: cloud, content e creators.

In conclusione, possiamo affermare che l’operazione ha un buon senso commerciale, tuttavia, considerato l’imminente controllo normativo che l’offerta dovrà affrontare, sarà ancora presto per definire l’acquisizione come il megadeal del settore gaming?

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