Napoli fa festa. Il Napoli fa incassi. I numeri di una cavalcata storica

Introduzione

Giovedì 4 maggio 2023. È dal gol di Raspadori contro la Juventus che i napoletani assomigliano ad un corpo unico sottoposto a un graduale ma costante aumento della temperatura che fa impazzire l’energia cinetica delle sue particelle. Non c’è ancora la matematica ma è praticamente fatta, se non fosse che un patto collettivo e di buon senso vincola tutti a reprimere ogni tipo di esagerazione per riservare un’esplosione comune al momento opportuno. Il dominio assoluto e la consapevolezza di diventare campioni, che nei mesi si è gradualmente rafforzata, hanno generato un ansiogeno senso di incertezza e curiosità ossessiva nei confronti di ciò che sarebbe successo questa volta. I più si cullavano da tempo nella rassegnazione di conservare un sogno destinato a non diventare mai vita vera, e ad essere stella polare di quelle fantasie in cui si fugge cercando il piacere. Per cui, ci si prepara nevroticamente per far sì che si rispettino le elevatissime aspettative. E invece ore 22:37, Giovanni Di Lorenzo alla rimessa. Il triplice fischio dell’arbitro Rosario Abisso di Palermo echeggia nel per sempre: il Napoli è Campione d’Italia.

Il bilancio sorride

Oltre il valore storico, culturale e sportivo del terzo scudetto conquistato dal roster di Luciano Spalletti, la SSC Napoli si porta a casa anche l’ennesimo successo sul fronte economico della gestione De Laurentiis. Con la vittoria della seria A si confeziona un gradito boost per i ricavi di un bilancio già di per sé virtuoso grazie a una politica di crescita sostenibile –talvolta non priva di contestazioni da parte della tifoseria – adottata sin dai primi anni della nuova proprietà. In particolare, le entrate incrementali visibili hanno principalmente 3 fonti: l’accesso alla Supercoppa Italiana nella sua nuova veste di Final Four, i diritti tv della Serie A e i diritti tv per la partecipazione alla prossima Champions League. La ripartizione e l’assegnazione dei diritti televisivi sono regolate dalla famosa legge Melandri del 2008, che vede proprio nel patron del Napoli uno dei principali oppositori. La Lega Calcio Seria A ha messo a disposizione per il 2022/2023 un montepremi complessivo di 162 milioni (in tabella la distribuzione per posizionamento) grazie proprio al ricavato della cessione dei diritti televisivi.

In tabella, la distribuzione per posizionamento.

Il pareggio di giovedì conferma quindi un incasso di 23,4 milioni per il Napoli solo con la quota di diritti tv da commercializzazione del campionato. Per quanto riguarda i diritti tv della Champions League della prossima stagione, con la ripartizione della prima parte del Market Pool riservato dall’UEFA all’Italia, gli azzurri incasseranno altri 10 milioni di euro. Insomma, un totale di quasi 34 milioni a cui vanno aggiunti i ricavi della Supercoppa che vale la distribuzione di ulteriori 23 milioni di euro – ancora non si sa come- dopo l’accordo tra Italia e Arabia Saudita. E questi sono solo gli effetti palesi del tricolore sulle economie del gruppo. Indirettamente quest’annata epocale ha rimpinguato le casse della SSC Napoli facendo registrare anche una crescita esponenziale dei ricavi del merchandising, oltre che un costante tutto esaurito dello Stadio Maradona a sostenere Osimhen e co. Infine, come confermato dallo stesso presidente del Napoli a Bruno Vespa nel format “5 minuti”, anche grazie alla conquista dello scudetto di quest’anno si stima un ampliamento del bacino d’utenza a supporto del Napoli, con tutte le conseguenze del caso.

La rivoluzione d'estate

Il Napoli di quest’anno è stato esaltante, europeo, in certi momenti della stagione imbattibile. La cavalcata storica in Champions League, che ha fruttato ulteriori 80 milioni, si inserisce poi in un contesto di rivoluzione generale. Con il bilancio in rosso negli ultimi due esercizi a causa del Covid e degli stadi chiusi, la oculata gestione che ha caratterizzato tutta l’era De Laurentiis ha portato a cambiamenti che a inizio stagione facevano pensare a un ridimensionamento. Ma la partenza delle bandiere ha portato 73 milioni di incassi da calciomercato e l’abbattimento del 30% del monte ingaggi, mentre i nuovi protagonisti del calcio italiano, arrivati da lontano grazie a un colpo di genio di Giuntoli, possono far contare su plusvalenze faraoniche.

L'era De Laurentiis

Nel 2005, quando l’imprenditore cinematografico titolare della Filmauro aveva acquistato da un anno il titolo sportivo dalla curatela fallimentare fondando il Napoli Soccer, il fatturato era di 12 milioni euro. Da allora due promozioni consecutive, dalla C1 fino alla Serie A, e poi subito l’Europa e il sogno della Champions nel 2011. Una crescita esponenziale, traguardo dopo traguardo, che teneva il passo dell’incremento del 1100% dei ricavi in soli 6 anni, con il 2010/2011 chiuso con 131,5 milioni e un fatturato che si attestava sui 300 milioni poco prima del Covid.

La storicità di questo percorso ha quindi radici diverse rispetto a quello dal sapore sacro tracciato dall’eterno Diego Armano Maradona. Non viene dalla genialità del più grande leader degli ultimi decenni, non è frutto del sogno di un presidente tifoso disposto a tutto, non sembra essere calati in un miracolo di dio che quasi accozza col marasma generale. Assistiamo a un progetto vincente di un presidente che ha costruito una società proiettata alla crescita, di una città che sembra essere maturata rispetto agli anni ‘80/’90. Assistiamo a un lavoro che dimostra che rigore e passione possono farsi strada assieme e rendere questo momento il punto di partenza di un’ambizione che possa davvero sovvertire i paradigmi a cui Napoli e il Napoli sono abituati ad essere confinati.

Contatti

Mail

info@liucfinclub.com

Social
Social

Dove siamo

Indirizzo

C.so Matteotti 22, Castellanza (VA) 21053