Risiko bancario

Introduzione

L’Autorità di vigilanza e il Governo hanno varato leggi per incentivare l’M&A tra banche (ricordiamo la Legge 33/2015) e negli ultimi anni si è diffusa sempre di più quella “complessa strategia di alleanze e scontri” comunemente conosciuta col termine Risiko, in special modo con riferimento al settore bancario. Ma perché, proprio nell’ultimo decennio, si è sviluppata questa tendenza all’unirsi e creare un gruppo ancora più grande e importante ? Quali sono i motivi, i vantaggi e gli svantaggi che possono derivare da una strategia di questo tipo ?

Possibili Scenari Futuri

Non si può non partire proprio dalla più recente fusione tra Intesa Sanpaolo e UBI, dalla quale è nato il terzo gruppo bancario in Europa (per capitalizzazione) e primo indiscusso in Italia. Sulla scia di questa nuova unione accrescono le voci di possibili coinvolgimenti tra altre banche, tra le quali BPM, Bper, Unicredit, MPS e Crédit Agricole. Per ora solo voci ma che si intensificano sempre di più arrivando a dichiarazioni che ci fanno intuire possibili nuovi players. Il prossimo gruppo bancario dovrebbe essere proprio tra BPM e Bper, quest’ultima controllata da Unipol (avendo quasi il 20% della stessa), il quale era previsto per la fine dell’ultimo trimestre 2021 ma che causa pandemia si è dovuto rimandare. Attenzione però a Unicredit la quale potrebbe lanciare un OPA su BPM ad operazione in corso. Infatti, la banca con sede in piazza Gae Aulenti non gode di ottima salute e una fusione con BPM la porterebbe a superare addirittura Intesa Sanpaolo ma solo in alcune zone d’Italia. Infine, non è da sottovalutare il possibile intervento di Crédit Agricole, la quale è superiore per capitalizzazione ad Unicredit. D’altronde, i francesi hanno già agito in Italia con BNP Paribas che acquistò BNL ottenendo il primato per la più grande banca, sempre per capitalizzazione, in Italia e non solo.

I Rischi e i Problemi

Unire due grandi gruppi bancari non è affatto semplice e soprattutto nasconde molti rischi che non sono da sottovalutare. Oltre che ai rischi legali che comportano un ingente sforzo a livello di cassa, vi sono da considerare e ridefinire i requisiti di capitale e la condizione di neutralità sul Cet 1. Se, per esempio, dovesse effettivamente accadere la fusione tra Unicredit e MPS allora si assisterebbe ad una ridefinizione dell’indice di solidità patrimoniale in quanto, nel caso di MPS pari al 10% e per quanto riguarda Unicredit del 13.2%. Ulteriore punto, è che la maggiore dimensione aumenta il grado di complessità delle attività svolte con annessa difficoltà nella valutazione e controllo dei rischi. Infine, la fusione tra due gruppi bancari accentua i conflitti di interesse all’interno dell’unico gruppo, fomentato dall’esistenza di funzioni differenti all’interno della nuova banca. A questo si aggiunge possibili comportamenti di moral hazard in quanto ormai il gruppo è “Too Big To Fail”.

I Motivi e i Vantaggi

La tendenza alla fusione e all’acquisizione tra banche è dettata anche dal periodo difficile che stiamo vivendo. L’impatto della pandemia, derivante da COVID-19, ha stimolato le banche a rispondere e adattarsi alle pressioni sulla reddittività puntando sull’efficienza e diversificando ulteriormente le fonti di ricavo. Da sole, le banche sono troppo piccole e fragili e quindi hanno bisogno di unirsi, sia per garantire un servizio efficacie al cliente e sia per riuscire a rimanere competitive. L’industria bancaria, specialmente in termini di digitalizzazione e relativamente al mondo Fintech, necessita di economie di scala in quanto sarebbe eccessivamente dispendioso e poco efficiente se non si riuscissero ad attuare. La grandezza del gruppo è necessaria per ridurre i costi ma anche per riuscire a smaltire quelli che in gergo sono i NPL (Non- Performing Loans) ovvero prestiti, i quali non vengono risarciti. Per concludere, uno dei motivi più rilevanti del perché i gruppi bancari si fondono, è l’incremento delle proprie quote di mercato riuscendo ad incrementare la capillarizzazione delle loro filiali, condividere il Know-How e la base di clienti così da poter incrementare il loro fatturato.

Conclusioni

Ora che si sono capiti meglio i motivi e forze che fomentano la tendenza all’unione di due banche, capiamo che, nel futuro prossimo, assisteremo a tante di queste unioni. Ovviamente, per quanto riguarda l’incremento del livello di efficienza, la convenienza ad attuare pratiche di M&A è maggiore per le banche con dimensioni più contenute ma è comunque necessario e determinante anche per quelle più grandi. Incrementare la propria dimensione all’interno di un mercato come quello bancario è condizione necessaria per mantenere competitività, influenza e solidità nel mercato. Vi è infine un legame positivo tra rischio sistemico e dimensione del gruppo bancario e questo lo abbiamo visto con la famosa crisi del 2008. La dimensione maggiorata stimola operazioni orientate verso attività diverse da quelle tradizionali di intermediazione creditizia, per esempio il trading, e questo aspetto non è da sottovalutare.

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