Shadow Banking: cos'è e qual è la situazione attuale

Di cosa stiamo parlando?

Il termine “shadow banking” nasce durante la crisi finanziaria del 2007-2008, a seguito delle grosse difficoltà incontrate dalle istituzioni finanziarie che hanno portato queste attività alla luce. Noto anche come sistema bancario ombra, comprende tutte quelle operazioni finanziarie che avvengono al di fuori del sistema bancario tradizionale eludendo in maniera più o meno ampia norme e regolamentazioni. Le istituzioni finanziarie che operano nello shadow banking system comprendono hedge fund, fondi pensione, assicurazioni, società di leasing, fondi di investimento e asset manager. Questi soggetti sono chiamati Nbfi (Non banking financial istitutions) e sono regolati da norme diverse e questo può comportare rischi sistemici in quanto l’interconnessione tra i due sistemi, ombra e tradizionale, può collaborare alla trasmissione di shock finanziari all’interno del sistema. Lo shadow banking però può svolgere anche un ruolo positivo all’interno dell’economia fornendo servizi quali finanziamenti alternativi ad imprese e consumatori.

L’allarme sui dati

Con il rapido aumento dei tassi di interesse dell’ultimo periodo sono cresciute anche le preoccupazioni delle autorità di vigilanza globali, partendo dal Financial stability Board e la BCE,  verso questo mondo. I timori riguardano i principali mercati, in primis quello americano, ma anche l’Europa, dove negli ultimi anni il sistema finanziario ombra ha visto una forte crescita.

Secondo gli ultimi dati della BCE gli attivi totali nell’Eurozona hanno raggiunto a fine 2022 i 31.000 miliardi di euro, raddoppiando il livello del 2008. Il focus è in particolare sull’erogazione di credito da parte delle Nbfi che copre il 26% dei prestiti ad imprese non finanziarie contro il 15% del 2008. Un’analisi dell’Eurotower invece, fa notare come le esposizioni delle banche verso le Nbfi rappresentino circa il 9% delle attività totali delle istituzioni significative. Sono proprio le più grandi ad essere maggiormente legate allo shadow banking; infatti circa l’80% della raccolta e il 90% delle esposizioni attive e passive risultano appartenere ai primi 13 istituti dell’Area. A seguito infatti della crisi bancaria che riguardato le banche regionali americane e Credi Suisse, l’Fmi(fondo monetario internazionale) e l’Fsb(financial stability board) hanno richiesto un’accelerazione nell’implementazione di una regolamentazione più efficace per prevenire un eventuale contagio che lo shadow banking potrebbe avere sul sistema finanziario.

Il rialzo dei tassi

L’aumento importante dei tassi potrebbe causare o aver causato l’insolvenza di alcuni di questi operatori. In situazioni di stress questi soggetti non possono avere accesso alla liquidità di emergenza delle banche centrali, a differenza di quelle vigilate, ed è poco realistico pensare che i Governi scelgano di utilizzare i soldi dei contribuenti, in caso di difficoltà di una Nfbi, per ricapitalizzarla. Le Autorità avrebbero dunque poche opzioni per gestire i rischi di un contagio. Rivolgendoci invece a lato attori dello shadow banking, l’aumento dei tassi potrebbe creare alcune difficoltà. In particolare si potrebbe assistere ad una perdita considerevole sui crediti qual ora le aziende clienti andassero in default per via di una frenata dell’economia, oppure al cosiddetto “mismatch” delle scadenze. Questo secondo scenario si avrebbe, per esempio, nei fondi aperti che danno la possibilità ai clienti di richiedere l’immediato rimborso degli investimenti ma, per via di investimenti in asset illiquidi, non sono effettivamente in grado di far fronte alle richieste.

I movimenti delle Autorità

Lo shadow banking è un elemento di focus a livello mondiale, che ha raggiunto un valore di attivi totali pari a 239 trilioni di dollari, secondo i dati censiti dall’Fsb riguardo all’evoluzione degli asset delle Nbfi. Le Autorità di Vigilanza globali che tutelando le banche tradizionali hanno favorito la crescita del “non banking” cercano ora di accelerare la regolamentazione di questo comparto.

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