Aumento prezzi: studenti lottano per sbarcare il lunario

Gli studenti universitari della Lombardia stanno affrontando una battaglia quotidiana per far fronte all’aumento dei prezzi che ha colpito la regione. I costi degli affitti, dei trasporti e dei generi alimentari continuano ad aumentare imperterriti mettendo a dura prova le tasche degli studenti e limitando le loro opportunità. Questo articolo si pone così l’obbiettivo di analizzare gli aumenti legati alle tre fonti di costo precedentemente citate (affitto, mezzi pubblici e alimenti) in modo da evidenziare come i relativi rincari rendano sempre più complessa e lontana la pratica di una gestione efficiente della finanza personale per gli studenti lombardi durante l’anno accademico.

Gli affitti

Senza ombra di dubbio, il costo d’affitto incide in primo piano sul potere finanziario dello studente e come testimoniano le notizie delle scorse settimane il relativo caro si sta posizionando in una situazione fuori controllo. In merito la Lombardia si trova sul podio delle regioni più care, con i suoi 17 euro al metro quadro, rispetto ai 13 euro al metro quadro della media nazionale del costo affitto. Il trend rispetto allo scorso febbraio è in salita del 6,7%.

I mezzi pubblici

Per quanto riguarda il trasporto, già lo scorso gennaio gli studenti hanno dovuto far fronte ad un aumento del biglietto dei mezzi pubblici (singolo e settimanale) del 10% nel milanese. In aggiunta, con l’avvento di settembre dovrebbero registrarsi rincari in tutto il territorio lombardo in riferimento al trasporto pubblico locale. Il 10 luglio la giunta regionale ha approvato un aumento del 4,8% su bus e metropolitane e del 4% sui treni. Tale incremento di prezzo deve venir ora attuato dalla Regione Lombardia per Trenord e dal Comune di Milano per Atm (Azienda trasporti milanesi).

I prodotti alimentari

Tra i cibi più consumati primeggiano i carboidrati come la pasta che viene solitamente consumata da circa il 63% degli studenti fuori sede almeno quattro volte a settimana. A seguire si trovano le proteine tra le quali non possono mancare il pollo e le scatolette di tonno, e in terza battuta si collocano frutta e verdura che occupano comunque una fetta consistente della dieta studentesca. Mentre le quotazioni del grano duro continuano a scendere (ad aprile 2023 è stato registrato un calo su base annuale del 28% per il grano nazionale), il prezzo della pasta continua a salire raggiungendo lo scorso marzo un +17,5% rispetto a marzo 2022. Considerando per esempio un consumo settimanale di 500 grammi di pasta Barilla, arrivata a 2,03 euro al chilo, uno studente si ritroverebbe a sborsare un surplus annuale di circa una decina di euro. La spesa aggiuntiva può sembrare esigua ma raggruppata con altri aumenti va a impattare in maniera rilevante sulle finanze dello studente. Infatti anche la carne già nella fine del 2022 aveva raggiunto un aumento del 7% rispetto all’anno precedente e il prezzo medio di acquisto di prodotti ortofrutticoli è passato da 1,90 €/kg nel primo trimestre 2023 ai 2,06 €/kg attuali.

Conclusioni

Questi rincari vanno ad aggravare i già elevati costi che uno studente fuori sede deve sostenere. Nell’area di Milano, per esempio, tali costi superano il più delle volte i 15000 euro annui, considerate le spese medie di affitto per una camera singola di circa 490 euro e le spese di vitto di circa 30 euro giornalieri. Purtroppo la situazione rincari è destinata ad avanzare  seguendo l’inflazione prevista nei prossimi anni e sarebbe necessario quindi un intervento per aiutare gli studenti prima che si raggiunga una condizione di insostenibilità.

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